Lo riprendo per espremere il mio parere sottolineando l'aggettivo possessivo per non voler dare alcun accenno assolutistico o oggettivo alle mie parole.
I post che hanno "scatenato" discussione sono, a partire dall'articolo di Albanesi sulla Nycmania (peraltro presente nel suo nuovo libro) , quello di Pimpe e quello di Master Runners .
Le mie osservazioni e i miei commenti che riporto sotto nascono (mi sembra corretto esplicitarlo ...) da una persona che non ha mai corso una maratona ma si sta preparando a farlo e finora ha corso solo lunghi fino ai 30 km. Mi piace molto il rigore scientifico di Albanesi e trovo infinitamente più "sincero" chi evidenzia i limiti per una pratica intelligente della corsa piuttosto che alcuni "illusionisti" che vorrebbero usare la corsa come panacea contro tutti i mali e creano "infortunati cronici" o fugaci jogger della domenica.
Ecco di fila alcuni concetti che ritengo molto utili per tutti quelli che si avvicinano alla corsa solo per fare la maratona:1) Esiste un concetto ben evidenziato da Albanesi con il nome di DISTANZA CRITICA che è fondamentalmente la distanza della singola seduta oltre la quale è molto alta la probabilità di infortunarsi. Dipende da molti parametri (peso, allenamento ecc..) ma è assolutamente soggettiva. Certo si può fare qualcosa per alzare questa distanza (migliorare l'assetto della corsa, diminuire il peso ecc.) ma poi bisogna fare il conto con i limiti naturali (tendini, muscoli, fragilità ossea ecc.) di ciascuno. E per preparare una maratona molte persone sono costrette a superarla ...
2) Spesso, troppo spesso la maratona è il "punto di accesso" allo sport corsa e questo è si accattivante ma induce e provoca un sacco di infortuni perchè passare da zero alla maratona in pochi mesi non è a mio avviso consigliato. Non avrò il fisico di Superman ma se non corressi da almeno 2 anni con continuità sarei già infortunato al primo mese di preparazione: ricordo la fatica dei primi mesi (e non partivo dallo status di sedentario) ... nel completare i primi allenamenti di 8-10 km ...
3) Se la corsa è praticata sia per gli aspetti benefici che induce (controllo di peso e di altre variabili fisiologiche, produzione di endorfine ecc.), sia per le caratteristiche intrinseche dello sport stesso, la si ama qualsiasi distanza si corra dalla corsetta di pochi km alle ultramaratone. Proprio per questo usare delle distanze più brevi della maratona (per i punti 1 e 2) può allungare la vista sportiva di ciascun runner ...
4) Quanto alla Nycmania per il momento ne sono immune ... anche se non escludo in futuro di correrla. Ritengo che dal punto di vista tecnico (per un amatore ... non per Baldini) abbia lo stesso valore della maratona di Voghera ... (se esistesse o se decidessi di percorrere 42,195 misurati con il garmin nelle mie campagne). Non la sceglierei come prima maratona della mia vita proprio per i motivi che mi hanno fatto prediligere quella di Alessandria ad altre più accattivanti. Riconosco che possa essere un evento socio-culturale unico e molto valido ma questo ha poco a che vedere con l'amore della corsa in senso stretto.
Credo di avervi stufati a sufficienza ...